Psicoterapia

 
“Che cos’è psicopatologico?  Tutto ciò che disturba l’autorealizzazione.
Che cos’è la psicoterapia?  Si tratta di mezzi che aiutano a ristabilire la persona sulla via dell’autorealizzazione”    (A. Maslow)   Psicoterapia Esistenzialista
 
“Chiunque avanzi sul cammino dall’autorealizzazione deve inevitabilmente riportare alla coscienza i contenuti del suo inconscio, allargando in tal modo il campo della sua personalità”     (C.G.Jung)  Psicoterapia Analitica
 
“Le regole fondamentali per raggiungere la felicità sono: non disprezzarsi e non essere arrabbiati contro gli altri ma fare propositi e lottare per realizzarli”
(A. Ellis) Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

L’Approccio Multisistemico Medico-Psicologico

L’Approccio Multisistemico aiuta ad esplorare la via dell’autorealizzazione, ad ellaborare le dinamiche inconsce, a fare i propri propositi e lottare per autorealizzarsi.

L’approccio multisistemico medico – psicologico al disagio psicofisico abbina monitoraggio medico, esami psicodiagnostici e percorso diagnostico-terapeutico ad indirizzo psicodinamico, ad indirizzo cognitivo-comportamentale e ad indirizzo umanistico – esistenziale.

Dal punto di vista psicodinamico, di cui la tradizione classica è quella di approccio psicoanalitico, il sintomo manifestato dal paziente è la conseguenza di un conflitto inconscio tra alcune componenti dell’endopsichismo, o può essere attribuibile a problemi strutturali nello sviluppo di alcuni assetti psichici interni nel corso dello sviluppo psicologico

Il punto di vista cognitivo comportamentale, invece, e’ del tutto diverso, fondato su una lunga tradizione di ricerca scientifica. Esso presume che il “sintomo” sia l’espressione di un precedente apprendimento di schemi comportamentali, emotivi e di pensiero errati o disadattivi, derivanti da peculiari esperienze di vita del paziente, eventualmente mantenuti da un contesto interpersonale patogeno nel presente.

Dal punto di vista umanistico-esistenziale l’attenzione e’ posta sulla dinamica inarrestabile di creazione di configurazioni figura-sfondo, che rappresentano continui cicli di contatto tra l’organismo e l’ambiente che lo circonda. La terapia della Gestalt si occupa soprattutto di osservare e verificare la consapevolezza del processo dei pensieri, sentimenti e azioni di un individuo, prestando maggiore attenzione al “cosa” e al “come”, piuttosto che al “perché” di un’azione o di un comportamento. La consapevolezza del come qualcosa avviene, infatti, conduce più facilmente alla possibilità di compiere un cambiamento genuino e responsabile

L’incrocio dei 3 punti di vista permette di affrontare il disagio e promuovere il miglioramento a 360 gradi al fine di massimizzare, integrare e consolidare i vantaggi delle diverse specialità a seconda delle necessità del paziente.

La ricerca ha infatti dimostrato che la psicoterapia similmente al farmaco è efficace nella cura dei diversi disagi, generando un efficace miglioramento clinico: entrambe le modalità di trattamento modificano l’attività neuronale, spesso delle medesime aree del cervello, ed inducendo anche cambiamenti nella stessa direzione di alcuni parametri biologici.

Invece i dati circa le relative efficacia dei diversi indirizzi di psicoterapia non sempre concordano indicando che i diversi orientamenti hanno vantaggi diversi e complementari qualitativamente e quantitativamente.

I risultati di diverse metanalisi condotte negli ultimi quarant’anni rivelano un tasso medio di efficacia lievemente superiore per i trattamenti a orientamento cognitivo-comportamentale ed a orientamento psicodinamico breve rispetto ad altri; in particolare alcuni studi hanno evidenziato un’efficacia maggiore per le terapie a orientamento cognitivo-comportamentale, mentre alcune metanalisi hanno dimostrato l’efficacia della psicoterapia dinamica breve.

I risultati del Depression Collaborative Research Program, hanno dimostrato che, nel trattamento della depressione, la psicoterapia cognitivo-comportamentale risulta efficace almeno quanto gli psicofarmaci per la rimozione del sintomo ed il mantenimento dell’efficacia nel tempo (esiguità di ricadute).

Una serie di recenti studi hanno dimostrato l’efficacia della psicoterapia, anche tramite metodi di neuroimaging. I ricercatori hanno rilevato che la psicoterapia apporta significativi cambiamenti nell’attività funzionale cerebrale dei pazienti, e tali modificazioni sono strettamente correlate al miglioramento clinico. Tali cambiamenti, inoltre, riguardano l’attività funzionale delle aree, sia corticali sia sottocorticali, implicate nella specifica patologia, e non altre aree.

Uno studio sull’efficacia della psicoterapia dinamica breve (Crits-Christoph, 1992) ha rilevato che in media il paziente in terapia breve, all’esame di specifici sintomi, stava meglio rispetto all’86% dei pazienti di controllo in lista d’attesa.

Uno studio di Rosenthal (1999) ha esaminato soggetti assegnati a una psicoterapia dinamica ed ha riscontrato che, su dieci soggetti, sei mostravano un miglioramento significativo in termini di problematiche interpersonali dopo 40 settimane di terapia.

Pazienti con disturbi di personalità trattati con una terapia dinamica della durata media di 40 sedute presentavano, rispetto a soggetti di controllo in lista d’attesa, esiti sostanzialmente migliori (Winston et al., 1994). In altro studio su pazienti con disturbi di personalità (Svartberg et al., 2004), 40 sedute di psicoterapia dinamica producevano miglioramenti statisticamente significativi in tutte le misure d’esito, sia durante il trattamento sia nel corso di un periodo di controllo successivo protrattosi per due anni. I soggetti trattati con psicoterapia dinamica continuavano infatti a migliorare dopo la fine del trattamento; ciò indica che questi pazienti avevano interiorizzato il dialogo terapeutico e lo utilizzavano per gestire i problemi che si trovavano a dover affrontare.

Uno studio prospettico longitudinale sull’efficacia della psicoterapia analitica a tempo determinato versus il trattamento psichiatrico di routine (universita’ di milano 2008) dimostra un valido intervento nel determinare miglioramenti significativi sia sulla sintomatologia clinica sia sul funzionamento relazionale nei pazienti affetti da Disturbi dell’umore e Disturbi d’ansia.

Greenberg et al. (1994) hanno effettuato una meta-analisi di oltre 20 studi sulle terapie umanistiche, ivi compresa la TCC. La maggior parte degli studi ha evidenziato una efficacia pari alla terapia cognitiva.

In uno studio condotto con meta-analisi sugli effetti delle terapie esperenziali, Bergin e Garfield (1994) hanno dimostrato un’efficacia equivalente con i modelli cognitivo-comportamentali e psicodinamici. Altri studi hanno preso in considerazione l’efficacia della Terapia Gestaltica con pazienti con disturbi di personalità (Delisle, 1992), con disturbi depressivi gravi (Greenberg, 1993 e 2005; Rice, 1984; Elliott, 1995) e con storie di maltrattamenti subiti nell’infanzia (Paivio e Greenberg, 1995). Inoltre Elliot e altri (2005) hanno mostrato come la profondità e l’intensità dell’esperienza vissuta dal paziente in relazione a propri temi centrali si correli positivamente con il buon esito della terapia.

Questi sono alcuni esempi a volte discordanti tra di loro che indicano che:

1. I diversi orientamenti favoriscono miglioramento

2. I diversi orientamenti hanno diversi meccanismi d’azione

3. I diversi orientamenti spesso valutano e trattano i diversi disturbi su diversi assi a seconda della metodologia e gli indicatori di outcome.

Infatti la risoluzione di un quadro sintomatologico non esclude la comparsa di un altro quadro dovuto o promosso dal disturbo di base e il disagio soggettivo del paziente non è sempre misurato e valutato con identica modalità nei diversi orientamenti di psicoterapia.

 

Invece il confronto continuo tra 3 assi diversi che corrispondono ai 3 orientamenti diversi abbinato al monitoraggio medico (esame obiettivo e criteri anamestici DSM) permette a capire e monitorare meglio e ad agire con sinergica efficacia sul disturbo sul suo significato individuale e sul disagio soggettivo che comporta.