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[button style=”small purple rounded” color=”red” link=”http://ilsettimocentro.altervista.org/” text=”black” ]Il 7° Centro[/button]

Le “piccole” cose

Una donna di 35 anni non riesce a costruire rapporti umani maturi soddisfacenti e profondi con nessuno. Ha un gruppo di amici in cui sta a suo agio facendo “discorsi da pizzeria”, un lavoro “al di sotto delle sue capacita’ intellettuali e professionali”. Ha a volte rapporti affettivi con uomini “impegnati” o “sbagliati” che di solito “finiscono male”,vuole di più ma evita costantemente di pensare in modo approfondito a qualsiasi cosa.

Uno studente di 26 anni, abbastanza intelligente, non riesce ad impegnarsi seriamente nello studio, indipendentemente dalla materia. La maggior parte del tempo sta a casa dei genitori a guardare la tv. Pensa di lasciare lo studio, cercare un lavoro manuale semplice e affittare un appartamentino con la compagna per ” aspettare nel modo più comodo e meno faticoso che il tempo passi fino alla vecchiaia e la morte”, perché “non gliene importa niente di nulla”.

Un artigiano sposato di 50 anni con un buon lavoro e una bella famiglia si impegna molto e con discreto successo in ogni aspetto del lavoro, della famiglia, della vita sociale ma non trova soddisfazione in nulla. Vuole molto di più senza capire che cosa e’ che vuole. A volte, si sente “prigioniero in un corpo di robot che funziona bene”. Da circa 10 anni fa occasionalmente abuso di marijuana, gli ultimi 2 anni sempre più frequentemente anche di cocaina.

Una signora di 42 anni, felicemente sposata con 3 figli, libero-professionista, di condizioni socioeconomiche agiate. Vuole scoprire le sue “vite passate”, spende molti soldi e molto tempo per consultare maghi e occultisti. Ha la vaga sensazione che ci sia “una questione importante e irrisolta in una vita precedente di cui deve preoccuparsi attualmente”. Oltre questo, non presenta particolari peculiarità.

E’ evidente che il limite tra il “normale”e il “patologico” non e’ sempre molto chiaro.

Nel corso della vita ci si imbatte in “piccole cose senza nome” che possono fungere da trappole e condurre col tempo a vere e proprie condizioni cliniche. Non si tratta necessariamente solo di disordini mentali ma anche di situazioni quali patologie coronariche, sindromi metaboliche, obesità, ipertensione, disordini alimentari, emicranie resistenti, eccessi e abusi con le loro conseguenze , disagi psicologici e sociali costanti…che si poteva facilmente prevenire o trattare in tempo, elaborando certe questioni parallelamente e in modo ben coordinato da alcuni punti di vista.

Alla base dell’Approccio Multisistemico non ci sono solo i classici approcci clinici ma un metodo di indagine, di ricerca e di scoperta personale, strade che conducono naturalmente e spontaneamente a maggior piacere, felicita’, efficienza e comodità nella vita di ogni giorno.